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Strada, Gino.

Chirurgo italiano e fondatore di Emergency. Laureatosi in Medicina a Milano, si specializzò in Chirurgia d'urgenza, occupandosi principalmente di trapianti di cuore e cuore-polmoni e perfezionandosi nelle università statunitensi di Stanford e Pittsburg, nell'ospedale inglese di Harefield e allo Groote Schuur Hospital di Capetown, in Sudafrica. Tornato in Italia, lavorò per alcuni anni negli ospedali di Rho, nel Milanese, e di Bergamo, prima di decidere di unirsi alla Croce Rossa Internazionale di Ginevra in qualità di chirurgo di guerra. Dal 1989 al 1994 si trovò a operare in diverse missioni in zone di crisi: nel 1989 fu in Pakistan, nel 1990 in Etiopia e in Thailandia, nel 1991 in Afghanistan e in Perú, nel 1992 ancora in Afghanistan, nel 1993 in Gibuti e in Somalia, nel 1994 in Bosnia. Le difficoltà riscontrate nel mettere in atto la sua attività lo convinsero ben presto della necessità di un'organizzazione più semplice, più agile, scevra da condizionamenti internazionali, che, con perfetta neutralità, potesse operare più rapidamente nelle zone più difficili a favore della popolazione civile. Nel 1994 fondò Emergency, organizzazione non governativa che si occupa della cura e della riabilitazione delle vittime di guerra e delle mine antiuomo. L'organizzazione riuscì a realizzare sette ospedali (in Ruanda, Kurdistan iracheno, Cambogia, Afghanistan, Sierra Leone) e numerosi posti di pronto soccorso. Inoltre contribuì, nel 1997, alla messa al bando della produzione italiana di mine antiuomo. Nel marzo 2007, durante il sequestro in Afghanistan del giornalista de "La Repubblica" Daniele Mastrogiacomo, S. assunse una posizione di rilievo nelle trattative per il rilascio del giornalista rapito dai Talebani. In seguito poi all'arresto di Rahmatullah Hanefi, importante mediatore nella vicenda Mastrogiacomo e stretto collaboratore di S., con l'accusa di essere un fiancheggiatore dei terroristi, S., in aperto contrasto con il governo di Karzai, decise il ritiro temporaneo del personale internazionale di Emergency da Kabul. Parte delle esperienze di S. vennero da lui raccontate in due libri, Pappagalli verdi (1998) e Buskashi (2002) (n. Sesto San Giovanni, Milano 1948).